Ci sono tanti modi di raccontare un secolo di storia d'Italia. La si può raccontare attraverso i grandi eventi (la storia "ufficiale"), ma anche attraverso il costume, attraverso i giornali, così come attraverso la storia di una famiglia "normale". Giorgio Fontana ha scelto quest'ultima strada, creando una saga familiare (parzialmente ispirata, come lui scrive nella nota finale, a due personaggi della propria famiglia). E ci è riuscito con maestria, portando a compimento con successo una prova non facile. Non facile per la lunghezza del libro risultante, quasi novecento pagine in cui però riesce, con qualche leggera ed occasionale sbavatura, a mantenere al giusto livello la tensione narrativa.

Il romanzo è la storia di una famiglia, i Sartori, iniziata, come la grande maggioranza delle famiglie normali, da un incontro fra un giovane uomo ed una giovane donna, entrambi (come era vero per la stragrande maggioranza degli italiani all'inizio del ventesimo secolo) squattrinati. Da quest'unione casuale, il cui primo figlio è frutto della passione e degli ormoni giovanili e non della pianificazione familiare, nascono tre figli, e il lettore è portato a seguire l'evoluzione dei rami della famiglia per quattro generazioni, fino ai bisnipoti, giovani italiani contemporanei.

Tolstoj, come è ben noto, inizia Anna Karenina dicendo che "Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo", e ovviamente questo si applica anche ai Sartori, che anche se non sono certo degli infelici, ma sono semplicemente persone che come tanti italiani loro contemporanei attraverso tutto il secolo tracciato dal libro lavorano duramente per migliorare la propria condizione, e non sempre (diciamo pure quasi mai, come nel mondo reale) il risultato è una banale felicità (anche se alcuni dei protagonisti sono, in alcuni momenti, felici), ma piuttosto una vita complessa, piena di contraddizioni e di momenti di infelicità, ovvero una vita reale.

Il libro è anche una storia d'Italia perché molti eventi chiave nella vita dei vari personaggi avvengono, e sono descritti, avendo sullo sfondo fatti e momenti chiave della storia d'Italia del secolo iniziato con la prima guerra mondiale e finito più o meno oggi. Fontana riesce a lasciare questi fatti sullo sfondo, senza che essi dominino la narrazione, ma fornendo una scenario che determina, com'è naturale, le scelte nonché il carattere dei personaggi. La sua è naturalmente la storia di un pezzettino d'Italia, fra il Friuli e Milano e la sua periferia. Ovviamente lo stesso approccio applicato ad una famiglia siciliana, o romana, produrrebbe storie diverse, e non vi è dubbio che la storia d'Italia sia un'intrecciarsi di tante storie ed esperienze, diversissime fra loro ma unite da un filo comune.

Un romanzo del volume di "Prima di noi" si affronta sempre con trepidazione. Novecento pagine possono essere un interminabile calvario così come una rasserenante immersione in una realtà alternativa, un'occasione per dimenticare la realtà quotidiana e partecipare alle emozioni di altri, che si arriva a sentire come vicini a sé, nonché per scoprire qualcosa di sé stessi e del mondo in cui si è nati e cresciuti. Inutile dire che "Prima di noi" è risultato per me essere in questa seconda categoria. L'ho letto più velocemente di quanto non avessi previsto, in una settimana, assaporando in anticipo le serate in cui avrei potuto immergermi nella saga dei Sartori.

Questo non vuol ovviamente dire che non abbia trovato, nel libro, qualche momento in cui la trama narrativa non sarebbe potuto essere tessuta meglio. In qualche momento si percepisce qualche strappo nella narrativa, in particolare in qualche salto "generazionale". Ma nel complesso la scrittura di Giorgio Fontana è scorrevole, leggera e allo stesso tempo profonda, permettendo al lettore di divorarla a grandi bocconi senza rischiare di esserne strozzato. Le precedenti prove narrative di Giorgio Fontana avevano già mostrato un grande potenziale. "Prima di noi" mostra la realizzazione di questo potenziale in una prova narrativa di grande ampiezza, che mette Fontana ai primi posti delle voci della narrativa italiana odierna.