Il vissuto erotico, con l'evoluzione della propria sessualità, è una componente essenziale della biografia della maggior parte di noi. La scoperta della sessualità, gli imbarazzi ed i desideri intensi associati con l'esplosione ormonale dell'adolescenza e della prima giovinezza, l'esplorazione della sessualità e del desiderio, determinano spesso, in maniera normalmente invisibile, ma non per questo meno determinante, scelte che si riflettono poi nella biografia visibile di ciascuno di noi. Questo è forse particolarmente vero in quelle fasi della vita durante le quali la spinta ormonale è più intensa, e in cui più difficile - quando non impossibile - è la separazione fra amore e sessualità. Del resto, credo sia oramai universalmente accettato che la sessualità (invisibile dall'esterno) sia un elemento essenziale ed indispensabile per un rapporto di coppia che possa durare nel tempo mantenendo il proprio dinamismo e vitalità (elementi questi invece ben visibili dall'esterno della coppia).

La sessualità è quindi qualcosa i cui effetti (e quindi la cui esistenza, o assenza) diamo per scontati nel vissuto di coloro che ci circondano, affrontandone però raramente l'esistenza in maniera esplicita. Con poche eccezioni, anche quando se ne parla con le persone con cui si ha un rapporto tale da consentire di toccare il tema, è difficile che si entri in dettaglio. Anzi, molti aspetti della sessualità individuale rimangono normalmente custoditi nel personale "diario intimo" di ciascuno. Fantasie, frustrazioni, piccole perversioni, vengono al più (e anche lì non sempre) esplicitate con il partner (o con i partners), ma quasi mai vengono considerate come argomento accettabile per una discussione in un contesto "sociale".

Eppure sin dall'adolescenza ciascuno di noi fa scelte guidate dalla sessualità, scelte che hanno potenzialmente ripercussioni ampie: lo studente universitario che decide se accettare o meno una proposta di borsa di sei mesi fa una scelta che possibilmente segnerà o addirittura determinerà la sua vita professionale. Se, come spesso e volentieri nel fare questa scelta avrà messo sul piatto della bilancia la possibilità che il fidanzatino o fidanzatina lo segua durante questi sei mesi, avrà fatto questa scelta pesando anche le proprie prospettive di soddisfazione erotiche durante i sei mesi in questione. Anziane zie e nonne spesso cinguetteranno su come sono carini i protagonisti della coppietta in questione, che vogliono sempre stare insieme, ma vi guarderebbero scandalizzate se enunciaste la verità lapalissiana che uno dei motivi per cui vogliono stare sempre insieme è per scopare con l'entusiasmo e la dedizione dei vent'anni.

È quindi interessante che la maggior parte delle opere narrative glissino su questa realtà della vita, e anche quando narrano l'evoluzione di un personaggio si limitino a considerare la sessualità al più per qualche "scena ad effetto", ma quasi mai come componente integrante e normale, quando non determinante, del quotidiano dei propri personaggi.

Missiroli invece sceglie di narrare la vita del proprio protagonista dall'infanzia al suo "diventare uomo" considerandone le pulsioni erotiche come parte integrale della sua vita, e come elementi a volte come determinanti per le sue scelte. E riesce a farlo parlando di sesso con la naturalezza di certi autori giapponesi (ad esempio Murakami, ma non solo) che narrano della vita sessuale dei propri personaggi come un elemento fra tanti delle loro vicende, senza che questa sia dominante o "scandalosa", anche quando i personaggi hanno una sessualità non necessariamente "ordinaria". In questo senso, una nota stonata è rappresentata dal titolo ("Atti osceni in luogo privato"), che sembra lasciar presagire qualcosa di torbido se non d'illecito, mentre invece è ben difficile riscontrare alcun elemento "osceno" nel testo.

Così vediamo l'italofrancese Libero Marsell lasciare l'infanzia ed entrare nell'adolescenza per approdare alla fine del libro alla propria maturità, segnata dalla nascita del primo figlio e dalla la morte della madre. Ed in ogni tappa ne seguiamo l'evoluzione affettiva, intellettuale, così come erotica, in un tutt'uno le cui componenti interagiscono fra loro in maniera inestricabile. Il lettore vedrà ad esempio ad un certo punto Libero perdere la donna che tanto aveva inseguito, e che tanto aveva faticato per conquistare, con cui sognava di costruire una vita insieme, a causa del suo spingersi troppo in avanti nel cercare di trasformare in realtà una fantasia erotica, con risultati disastrosi per entrambi. E, come accade nella vita reale, per curare il lutto della separazione fa delle scelte che risulteranno, col senno di poi, determinanti per il proprio futuro.

Ovviamente una tale scelta narrativa in una cultura in cui le descrizioni sessuali fanno "scandalo" o vengono facilmente etichettate come caratterizzanti il testo, è una scelta rischiosa. Missiroli sembra però affrontare la sfida con grande capacità, e il risultato è una narrazione in cui non ci sono "scene di sesso", ma in cui piuttosto il sesso è parte integrante ed importante della vita di un giovane uomo. Per cui, anche se di sesso si parla tanto, nel libro, non se ne parla mai in maniera superflua. E possiamo quindi seguire Libero nella sua crescita a tutto tondo, con le sue ambizioni, i suoi momenti di "gloria", le sue inevitabili meschinità e vigliaccherie, in un tourbillon che diverte senza mai annoiare.

Missiroli ha molto mestiere, e quindi riesce a portare il lettore dove vuole. Vi è nel libro un certo elemento di "feel good", legato non ultimo al "lieto fine" della vita personale del protagonista, giovane padre felice. Il rischio di sconfinare nello sdolcinato è presente, e in qualche momento Missiroli ci si avvicina pericolosamente. Il risultato è però tutto sommato positivo, e a parte qualche sbavatura in cui è stato usato un po' troppo miele, la narrazione è equilibrata e piacevole. Alla fine della lettura il lettore non può che augurare buona fortuna a Libero, che la sua vita adulta sia così interessante come la sua giovinezza.